Gli alloggi ALER del quartiere Molise Calvairate sono in stato di forte degrado e molti sono occupati abusivamente. I minori abitano spesso in appartamenti di dimensioni estremamente ridotte e in contesti di vicinato gravemente conflittuali. In questo quartiere si fa sentire pesantemente l’assenza di spazi di aggregazione normati e protetti rivolti a bambini, preadolescenti e adolescenti per vivere relazioni positive ed educative. I bambini, gli adolescenti e i giovani della zona non hanno un luogo istituzionale di aggregazione- se si escludono quelli del terzo settore e gli oratori- per questo i ragazzi e ragazzini ciondolano per le vie e le piazze, non sanno dove andare. E’ complicato crescere in questo contesto senza cadere nella trappola della microcriminalità minorile organizzata in bande, le note baby gang e poi ci sono cantine e solai usati come luogo di spaccio.
Inoltre c’è il disagio mentale, il manicomio diffuso, espressione cruda, ma significativa per esprimere l’alto addensamento di malati psichici che sono in stato di totale abbandono e solitudine, così come i numerosi anziani. A cui si aggiungano gli immigrati poveri e le loro famiglie, ecco le coordinate che hanno portato alla progressiva ghettizzazione del quartiere.
Un contesto così critico e fragile richiede azioni responsabili, progetti precisi per includere, colmare le distanze, contrastare la povertà educativa e i suoi effetti, per far fiorire talenti e capacità, motivare allo studio e all’apprendimento, per garantire la piena attuazione del diritto all’istruzione, come sancito dalla Convenzione Onu sui Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza.
Il nostro obiettivo è contrastare il rischio di abbandono scolastico e situazioni sociali borderline in questo quartiere.
La povertà educativa è il segno che contraddistingue tutta la nostra utenza, una ventina di minori tra i sette e i tredici anni che vengono inviati da UONPIA (Unità Operativa di Neuropsichiatria per l’Infanzia e l’Adolescenza) per disturbi specifici dell’apprendimento (DSA) certificati, come dislessia, discalculia e disortografia, oppure bisogni educativi speciali (BES) in quanto, per i motivi più vari, non sono in grado di apprendere alla stessa velocità dei compagni. Sono italiani e di origine straniera, soprattutto nordafricana, ma anche asiatica e latino americana, a quali si è aggiunto di recente un gruppo di bimbi cinesi da alfabetizzare.
Non facciamo ripetizioni, ma sosteniamo fragilità.
Seguiamo le linee guida dell’ Associazione Italiana Dislessia quindi non si valutano gli errori di trascrizione, nemmeno quelli ortografici, non si calcola il tempo impiegato per fare un compito. Si valuta più il contenuto della forma e si tiene conto del punto di partenza e dei risultati conseguiti. Si premiano sempre progressi e gli sforzi.